
Manuale Avanzato Super Memory
Vuoi scoprire come migliorare fino a 10 volte la memorizzazione di ciò che studi?
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Mnemotecniche, dal greco μνημη “memoria” e τέγνη “arte”, è il termine che descrive l’insieme di metodi e regole utilizzati per ricordare informazioni complesse. Si tratta di tecniche della memoria conosciute dall’uomo già più di duemila anni fa e tramandate nel corso dei secoli dai greci, dai romani e poi in tutto il medioevo fino ai giorni nostri.
Purtroppo “l’arte della memoria” è ormai relegata solo ai più curiosi e più colti poiché se ne è persa traccia e non se ne è più parlato. Solo negli ultimi anni, grazie a leve economiche, le tecniche mnemoniche sono state, per così dire, “riesumate” e insegnate.
Tant’è che esistono dei veri e proprio campionati mondiali della memoria, dove i più bravi in questa arte si sfidano ricordando mazzi di carte e altre cose che normalmente non siamo in grado di ricordare nemmeno impegnandoci per ore.
Eppure tu sei uno studente e non vuoi diventare un super eroe della memoria fine a sé stessa: a cosa ti serve sfruttare le mnemotecniche per memorizzare 2 mazzi di carte in 10 minuti? Probabilmente a nulla, è per questo che non devi focalizzarti esclusivamente sulle tecniche di memorizzazione, ma dovrai imparare un metodo di studio completo e supportarlo con la mnemotecnica.
Nell’articolo di oggi vedremo cosa sono e perché sono importanti le mnemotecniche, ripercorreremo la storia con i più grandi memorizzatori di tutti i tempi e capiremo perché è importante avere un metodo di studio efficace ed affiancarlo con le tecniche mnemoniche.
Già dai tempi dei greci e dei romani, si studiavano tecniche mnemoniche per ricordare discorsi, avvenimenti e nomi. Aristotele e Platone gettarono le base di questa arte quando formalizzarono il concetto di “pensiero per immagini”. Le tecniche che conosciamo oggi sfruttano proprio la capacità del cervello di ricordare meglio le immagini piuttosto che le parole del linguaggio.
Cicerone fu il primo a parlare di una tecnica, chiamata tecnica dei loci, per poter ricordare i discorsi di oratoria che doveva compiere nei tribunali romani. Nel saggio il “De Oratore” descrisse i punti principali per un’esposizione orale (quello che oggi chiamiamo il public speaking) in grado di impressionare, convincere e persuadere gli ascoltatori per i suoi scopi. Tra questi punti vi era la conoscenza al minimo dettaglio dell’argomento e dei fatti da esporre.
Per migliorare la sua memoria, utilizzò una tecnica che accostava delle immagini (raffiguranti dei concetti di un argomento) ai luoghi (dandogli quindi un ordine) che incontrava sulla strada da casa sua al Senato romano per esempio. La tecnica si è evoluta nel corso del tempo e man mano che le informazioni da immagazzinare erano sempre più si è passato al palazzo della memoria.
Nel suo trattato, Cicerone descrisse come la tecnica fu utilizzata per la prima volta circa 400 anni prima dell’anno 0 in Grecia, a Tessalonica da un greco di nome Simonide che riuscì a ricordare i nomi delle persone associandole al posto dove erano seduti e così identificarli dopo un terribile crollo che distrusse il palazzo dove stava avvenendo la festa.
Il palazzo della memoria è un concetto molto simile a quello dei loci, ma la differenza è che invece di “camminare” virtualmente in una via, lo si fa in un palazzo, stanza dopo stanza, oggetto dopo oggetto, creando così dei veri e proprio palazzi con molte posizioni dove poter inserire le proprie immagini sotto forma di concetti.
Per dirlo con i termini di oggi è come se passi da un’iPhone con 16GB di memoria (loci) ad un nuovo iPhone con 256 GB di memoria.
Se nell’antichità l’uso della mnemotecnica era relegato a pochi studiosi, nel corso del Rinascimento si è toccato l’apice.
Monaci e religiosi la utilizzavano per studiare le scritture sacre, i più grandi pensatori e umanisti dell’epoca le utilizzavano per apprendere sempre più informazioni: Erasmo da Rotterdam, Giordano Bruno, Pico Della Mirandola e Giulio Camillo Delminio per citarne alcuni.
Giordano Bruno fu un grande estimatore delle mnemotecniche, tanto da finire sul fuoco come eretico per i suoi pensieri e per le sue straordinarie capacità (fra le quale una memoria eccezionale).
Nel suo scritto De Umbris Idearum, pubblicato a Parigi nel 1582, Giordano Bruno inserì il trattato Ars memoriae dove espose la sua arte della memoria rinnovando e perfezionando le tecniche mnemoniche del passato. Per lui l’arte della memoria ha il compito di fare ordine nel caos generato dalla molteplicità di pensieri e immagini e creare un metodo per ricordare qualsiasi cosa.
Tramite un sistema che associa alle lettere dell’alfabeto immagini mitologiche e della quotidianità, riesce a rendere possibile la codifica di termini e concetti creando una successione di scene nella mente (lo spazio dell’immaginazione).
Si tratta di una tecnica abbastanza complessa, ma se vuoi approfondirla puoi dare un’occhiata all’approfondito articolo di Wikipedia.
Per finire volevo citare uno dei più grandi studiosi italiani scomparso da poco, Umberto Eco. Fu un grandissimo appassionato di mnemotecniche, tanto da contribuire alla più ricca raccolta al mondo di libri sulle mnemotecniche per l’Università di San Marino.
Nella sua lunga lista di scritti, c’è un piccolo saggio intitolato “Mnemotecniche e Rebus” nel quale Eco si destreggia fra codici e immagini mitologiche, tutte raffigurazioni utilizzate nel passato che sono difficili da decifrare senza un codice comune. Per questo imposta il lavoro pensando a queste tecniche come a un rebus da decifrare.
A questo punto dovresti aver capito che le mnemotecniche non sono “fuffa”. Da più di 2000 anni i più grandi pensatori della storia le conoscevano e le usavano regolarmente.
Purtroppo le società di formazione moderne standardizzano i loro corsi e vendono queste tecniche a tutti trattandole come meri prodotti commerciali:
“Sei uno studente? Ecco la tecnica. Sei un avvocato? Ecco la tecnica!” E così via.
Ma nessuno fino ad oggi si è preoccupato di focalizzare le mnemotecniche solo sullo studio universitario. Ogni lavoro (e anche essere studenti è un vero e proprio lavoro) ha bisogno di una sua declinazione particolare.
Apprendere anche una sola mnemotecnica ti darà grandi vantaggi nella vita. In primis per la tua carriera da studente universitario per permetterti di ricordare tutto ciò che vuoi ricordare per gli esami.
In secondo luogo ti aiuterà per memorizzare quiz di concorsi pubblici, per i tuoi discorsi in pubblico, per le tue presentazioni e anche nelle cose di tutti i giorni (banalmente ricordare il numero di una ragazza o di un ragazzo appena incontrato al bar, oppure memorizzare la lista della spesa).
Purtroppo nessuno ti ha mai insegnato le tecniche mnemoniche che, secondo me, dovrebbero far parte di un percorso di studio a partire dalle elementari. Impostando l’insegnamento come gioco sarebbe possibile dotare i ragazzi di domani di una memoria a dir poco stupefacente.
Ora basta sognare. Tocca a te, se vuoi saperne di più leggi gli articoli che ti ho citato sopra nel testo, ti dirò altre informazioni molto interessanti sulle mnemotecniche più famose.
Devi sapere una cosa: il cervello e la sua memoria sono un muscolo da dover allenare. Non credere che solo con un paio di giorni riuscirai a memorizzare informazioni complesse. Ma con studio e con i giusti esercizi di mnemotecniche riuscirai ad affinare la tua memoria, giorno dopo giorno.
Fammi sapere se già ne utilizzi qualche mnemotecnica nei commenti, mi farà piacere parlarne con te!
A presto e buona memorizzazione!
Piacere di conoscerti, sono Federico. Mi sono laureato con 110 e lode alla Sapienza di Roma. Durante gli anni della laurea ho lavorato in part-time, ho praticato mountain bike, sono andato regolarmente in palestra, ho suonato il basso elettrico in più gruppi musicali e sono sempre uscito con i miei amici e la mia ragazza. Come ho fatto? Leggi i miei articoli e scoprirai i segreti del mio metodo ;)
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